Uno dei compiti principali dell' ala anteriore è quello di deviare il flusso d’ aria in modo da evitare che esso vada a sbattere contro lo pneumatico. Oltre a deviare l' aria questa ala genera una forza verso il basso (downforce) che serve a spingere la monoposto verso l' asfalto.
COSTO: 150.000 €
L' ala posteriore ha il compito di spingere la parte posteriore della vettura verso il basso aumentando la deportanza, così facendo si può percorrere una curva ad una velocità maggiore dato che le ruote hanno più grip sulla pista. Inoltre è presente il DRS.
COSTO: 80.000€
Serve a ridurre la resistenza del flusso d' aria e agievolare i sorpassi. É possibile utilizzarlo in determinate zone della pista (generalmente i rettilinei) e la vettura che precede deve trovarsi ad una distanza pari o inferiore ad 1 secondo. Il DRS si chiude automaticamente quando il pilota frena.
Esse hanno sia la funzione di coprire l’ impianto propulsivo (avendo molte superfici irregolari come cavi, condotti e batterie si verificherebbe troppa resistenza al flusso dell' aria) sia di indirizzare il flusso che non entra nelle prese d' aria verso la parte posteriore della monoposto incrementando la pressione.
È composta da un’ anima a nido d’ ape in alluminio ricoperta da degli strati di fibra di carbonio impregnati di resina epossidica (conferisce durezza al composito).
COSTO: 600.000€
Sperimentato nel 2015 e introdotto obbligatoriamente nel 2018, questo dispositivo di sicurezza realizzato in titanio è ancorato in 3 punti e ha il compito di proteggere la testa.
COSTO: 15.000€
In Formula 1 si utilizzano delle aste di spinta e di trazione (push-rod e pull-rod) mentre al posto delle molle e dell' ammortizzatore telescopico si trovano delle barre di torsione.
COSTO: 150.000€
Cambio semi - automatico, grazie al sistema "seamless" è possibile effettuare le cambiate in qualche millisecondo scaricando a terra tutta la potenza e la coppia del motore.
COSTO: 440.000€
Si tratta di un motore V6 90° (6 cilindri, ognuno dei quali ha 4 valvole, disposti a "V" e inclinati di 90°) con una cilindrata pari a 1.600 cc (stessa cilindrata di una Dacia Duster o di una Fiat Tipo) e sovralimentato da un singolo turbo. Il regime massimo è di 15.000 rpm (15.000 giri del motore in 1 minuto, una Ferrari stradale raggiunge gli 8.500 / 9.000 rpm).
La ventola del turbo racchiusa nella chiocciola riceve i gas di scarico (che altrimenti andrebbero sprecati) e li utilizza per fare attivare un compressore il quale preleva l' aria dall' esterno e la spinge all' interno delle camere di combustione con una pressione elevata in base al regime di rotazione del motore. L' asse di rotazione deve essere parallelo all' albero motore.
È l' evoluzione del sistema KERS, si occupa di immagazzinare energia elettrica in una batteria durante le fasi di frenata per poi poterla utilizzare in aggiunta al motore termico. Inoltre è anche possibile immagazzinare l' energia proveninete dall' MGU-H (limite di 2 MJ al giro). L' MGU-K genera una potenza di circa 164 CV (che si vanno ad aggiungere a quelli erogati dal motore termico) e può fornire una coppia massima di 200 Nm.
fase di generazione Viene sfruttata l’ energia cinetica e i gas di scarico in eccesso (non necessari alla sovralimentazione) per far ruotare il motogeneratore. fase di motore L’ albero riceve una coppia motrice da un campo magnetico e genera velocità elevate in tempi quasi istantanei. In questo modo è possibile ridurre il turbolag (ritardo di risposta del turbo durante l' accelerazione).
Grazie alla barra presente qui sotto possiamo notare come gran parte dei costi di una monoposto siano dati dalla sua power unit (10 milioni di €), le spese per la meccanica e la struttura si aggirano intono al milione di € mentre i costi per le ali (anteriore e posteriore) e il DRS non raggiungano nemmeno quest' ultima cifra.
Cliccando sugli pneumatici qui sopra è possibile vedere il nome e la sigla C associati ad esso. La Pirelli ha scelto di portare per questa stagione 5 mescole (+ 2 per i tracciati bagnati) distinte non più dal colore ma dalla sigla C seguita da un numero tra 1 e 5. Nel 2018 la scelta era tra ben 7 mescole (+2 per la pioggia) differenti andando così a creare un' arcobaleno di colori, difficile da distinguere in gara per i tifosi e con poca differenza tra le gomme di fascia vicina. Le gomme più dure sono utilzzate per circuiti dove si verifica un grande carico sulle gomme, dove sono presenti curve molto veloci, dove l' asfalto è molto abrasivo e dove le temperature sono molto elevate. Le gomme più morbide impiegano meno tempo per andare in temperatura e offrono maggiori prestazioni a patto di una durata inferiore. Qui sotto è possibile vedere la vasta scelta di gomme nella stagione 2018 e le gomme della stagione 2021.
Nella stagione 2022 che inizierà a breve si utilizzeranno delle gomme da 18' anzichè quelle da 13'. Questo cambiamento porterà a dover riprogettare notevolmente le sospensioni e anche i piloti dovranno cambiare il loro approccio alla guida.
Il primo video risale al GP di Abu Dhabi 202 ed è possibile vedere un pezzo della gara di Charles Leclerc direttamente dal suo casco, si può inoltre notare la strumentazione sul volante come i led orizzontali che indicano i giri del motore e l' utilizzo del DRS piuttosto che quello singolo a DX che indica la fase di ricarica della batteria in frenata. Il secondo video è più datato e risale al GP di Monaco del 1990, in questo video si vede un on-board di Ayrton Senna dove è possibile notare la guida ancora con il cambio manuale dove si andava a tenere il volante (con tutte le sue vibrazioni e contraccolpi) con una sola mano per effettuare la cambiata.